venerdì 22 gennaio 2021

Butterflies in Berlin - Diario di un'anima divisa in due






 Per la prima volta si uniscono in una sola opera due argomenti allo stesso modo toccanti e mai sufficientemente trattati dalle arti, tra cui quella cinematografica: L'Olocausto e l'Identità di genere. In occasione della Giornata della Memoria, l'associazione cinematografica Cinit- Cineforum Italiano,  in collaborazione col Circuito Cinema di Venezia , offre l'opportunità della visione di questo struggente e bellissimo mediometraggio d'animazione, accompagnato da una presentazione in streaming cui prende parte la regista Monica Manganelli, e cui è possibile accedere rivolgendosi direttamente agli organizzatori o tramite la pagina Facebook del Circuito Cinema . 

L'autrice, che si occupa soprattutto di scenografia , avendo collaborato per anni con la Fenice di Venezia, è al suo secondo cortometraggio, dopo La ballata dei senzatetto , del 2015, ispirato al terremoto in Emilia Romagna e vincitore del Nastro d'argento, oltre ad altri premi tra cui uno ad un Festival di Los Angeles. 

Questa sua seconda opera, dove sono utilizzate varie tecniche di animazione, come 2D e Motion graphic, ha richiesto circa un anno di lavoro (tra il 2017 dove si è iniziato il lavoro di ricerca e contatto con associazioni LGBT e finanziatori, proseguito fino a primavera 2018, quando circa 240 inquadrature sono state elaborate con la collaborazione di un team di animatori e portando a termine il mediometraggio nell'ottobre del 2018).


Tra i produttori figurano RaiCinema, il BKM (corrispettivo tedesco del MibAct), e l'Emilia Romagna Film Commission, che da sempre appoggia il lavoro della regista, che ricorda tra le maggiori soddisfazioni (sin dalla prima proiezione importante, presso l'Ambasciata Italiana a Berlino), e tra più di una ventina di festival in tutto il mondo, i riscontri entusiastici avuti al Sedicicorto , a Bellaria, al Queer Film Festival di Firenze, a New York , a Varsavia.

Sicuramente il tutto ampiamente meritato da una delicata messa in scena dal sapore onirico, per poter affrontare con la giusta delicatezza la storia della transessuale Alexander (nella realtà Rudolph Richter, poi diventato Dora) vissuta tra la Repubblica di Weimar e il Terzo Reich, e del suo incontro col medico Magnus Hirschfeld, rivoluzionario fondatore dell'Istituto di Scienze Sessuali, che a Berlino rappresentò all'epoca anche un ritrovo di artisti e scrittori, oltre che un istituto all'avanguardia per gli studi sul transessualismo. Purtroppo venne assaltato e raso al suolo nella notte del 6 maggio 1933 (casualmente a soli 4 giorni da quel 10 maggio che segna l'inizio della repubblica di Weimar), e sebbene il dottore si salvò poiché in quei tempi si trovava all'estero, molti documenti andarono comunque perduti, e solo in tempi molto recenti si è scoperto che molti nazisti travestiti transitarono per l'istituto, passando quasi inosservati sebbene Hitler ne fosse a conoscenza, ma solo finché la propaganda del Nazismo contro gli omosessuali iniziò ad inasprirsi, costringendone molti all'internamento assieme agli altri ebrei perseguitati dal Reich. 


L'ambientazione suggestiva che dalla Berlino di oggi ci porta tramite flashback agli ambienti dell'epoca, fedelmente ricostruiti nei costumi e nelle scenografie  grazie a ricerche d'archivio di cartoline dell'epoca, o grazie all'ammirazione e ispirazione della regista ad artisti creativi come  Ken Russell o i pittori d'inizio secolo, ci immerge in una mezz'ora di emozione e incanto, suddivisa nei quattro capitoli , tanti quante sono le fasi della metamorfosi di una farfalla : uovo, bruco, pupa e adulto. Non per niente il sottotitolo del film "Diario di un'anima divisa in due" ha il significato di una trasformazione che si inserisce molto più in profondità di quanto possa essere quella di un uomo in donna o viceversa, ma dell'interiorità e la presa di coscienza di un essere umano al di là di qualsiasi etichetta o pregiudizio o orientamento sessuale, in nome del più autentico coraggio dettato dalla forza dell'amore. La figura protagonista del mediometraggio rappresenta comunque il primo caso conosciuto di trasformazione in tal senso, o almeno che sia sopravvissuta all'intervento, contrariamente al personaggio di Lili Elbe raccontato dal film di Tom Hooper The Danish Girl, fino ad oggi da molti di noi creduto il primo caso conosciuto , ma  il cui destino fu purtroppo tragico.

Per tutta la settimana dal 22 al 29 gennaio sarà possibile chiedere ai suddetti contatti la possibilità di assistere all'evento, o ad altre dirette streaming di presentazione, un modo nuovo e pur sempre intenso e necessario di rendere omaggio alla giornata della Memoria del 27 gennaio , laddove si voglia riportare alla luce un ricordo anche da punti di vista inusuali, a dimostrazione di quanti campi dell'esistenza e dell'esperienza umana siano stati indelebilmente segnati dai fatti tragici del più grande sterminio perpetuato fino ad oggi all'umanità.

Con amore, 

Honeybunny.


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