giovedì 21 febbraio 2019

Alessandro Borghi.

Nel mondo del cinema dei nostri tempi, dove il potere dei  social network rischia di imporre modelli estetici e di comportamento la cui autenticità è sempre più difficile da dimostrare, e dove il compromesso tra ciò che deve essere spettacolo e vita pubblica , e ciò che è vita privata e amore per il proprio mestiere sembra sempre più pesante da affrontare, emerge in sordina, con la promessa di un orizzonte luminoso nel cinema italiano (viste le premesse, probabile anche estero), il nome di Alessandro Borghi (nato a Roma nel 1986) la cui più "colorita " ma azzeccata definizione che mi è capitata tra le mani di recente, è quella di un Daily del Festival del cinema di Venezia, del quale fu "madrino" qualche anno fa (con una notevole lungimiranza da parte dei curatori, senza dubbio) dove lo si definiva "La perfetta commistione tra uomo e attore, vita vera e glamour". Si auguravano di commentarne lo stile anche tra trent'anni, paragonandolo a Clark Gable e Gary Cooper, e augurandogli lunga vita..
E' evidente che il personaggio, e l'uomo Borghi , d'istinto mi fa sperare con orgoglio (e anche un po' di presunzione, lo ammetto), di averne parlato tra le pagine del mio blog quando la sua stella nascente era agli albori, e potevo assaporarne l'evoluzione, chiedendomi costantemente se si sia trattato nel suo caso della fortuna di aver incrociato le giuste occasioni per dimostrare un talento, o se si tratti soprattutto di lavoro sodo nel mantenere un equilibrio tra ciò che il pubblico si aspetta da lui e la sua voglia di mantenere la sua  individualità , con la giusta  dose di vanità eccentrica che ad un artista si può perdonare, specie se  spinto da autentica passione per la sua vita e il suo lavoro , con in più l'onere di rappresentare un'icona di stile, e un esempio per gli attori della sua generazione.
Sarà un caso, ma si è trovato protagonista di film che, per ragioni diverse, hanno fatto parlare molto di se', si sono resi casi unici in un cinema dove ormai si rischiava l'omologazione dei temi e degli stili, con poche vette memorabili. Parlo di Non essere cattivo, il film che , per ammissione dello stesso Borghi, "Mi ha completamente cambiato la vita. Ricordo me, Valerio Mastandrea e Luca Marinelli prima al red carpet a Venezia, e poi a Los Angeles, insieme: Ricordi che sono l'immmagine vera di quest'esperienza" ; Mastandrea presente nelle vesti di produttore, ma che  aveva già lavorato con Claudio Caligari nel film precedente del regista, L'odore della notte,  gli altri due quali interpreti (straordinari ) di questo film , testamento prematuro di un regista sensibile e di nicchia, che creò un'opera forte, un pugno nello stomaco , rappresentazione di un rapporto d'amicizia, per quanto malato, che dura tutta la vita, nutrito da esperienze di strada , di resti di passati scomodi che non ci si toglie più di dosso, di liberatorie lacrime finali, che non aspirano alla commozione gratuita, ma sono la normale conclusione nel raccontare un universo profondamente conosciuto dal regista, che lo condivide con coraggio, utilizzando attori che gli piacevano, e che "diventano" i personaggi che interpretano.
Luca Marinelli e Alessandro Borghi protagonisti di Non essere cattivo di Claudio Caligari - 2015
Passando poi attraverso Suburra (e il ruolo che me l'ha fatto scoprire e ammirare da subito: quell'Aureliano ,  rampollo del re del giro criminale di Ostia , al cui carattere burrascoso, dai  modi bruschi e autoritari, fa da contraltare uno sguardo dalla profonda dolcezza, che suo malgrado lo rende più debole, senza nulla togliere alla coerenza del suo personaggio, dal quale alla fine vorresti solo farti proteggere...) . Un ruolo da apprezzare nelle sue varie sfaccettature , poi perfettamente mantenute nella serie tratta dal film, giunta con successo e tra gli entusiasmi di pubblico e critica, alla seconda edizione.
Suburra- La serie - Regia Michele Placido
con Claudio Amendola in Suburra - Il film
di Sergio Sollima
Strada facendo, a soli 31 anni, ha già conquistato  due nastri d'Argento , entrambi nel 2017: per Il più grande sogno di Michele Vannucci e per Fortunata di Sergio Castellitto. Per esplodere definitivamente nel firmamento , col ruolo di Stefano Cucchi in quello che è stato un vero e proprio evento, il film Sulla mia pelle di Alessio Cremonini, che ha saputo smuovere le coscienze su un argomento che ancora rappresenta una pubblica , scandalosa macchia nella storia del nostro Paese, e della giustizia in generale.
Una scena del film Sulla mia pelle
L'interpretazione resa in questo film, con lo studio millimetrico di ogni singola espressione del corpo e del volto, in tutto ciò che pochi, scarni dialoghi non potevano esprimere, è giustamente passata alla storia del nostro cinema, e non ho paura ad affermarlo. Questo può considerarsi un esempio della mia teoria iniziale? Essersi trovato nel bel mezzo della battaglia all'uscita del film , con le infinite polemiche nate a quell'edizione del festival, dove Netflix si trovava ad avere la meglio sulla distribuzione tradizionale, ed esserne uscito a testa alta, solo per la sua straordinaria e oggettivamente ammirevole interpretazione, e per la sua ennesima scelta oculata dei ruoli giusti.

A conferma di questo,  il suo ultimo  ruolo , quello di Remo ne Il primo re di Matteo Rovere, nelle sale in questi giorni,  un film dallo stile del tutto innovativo nel panorama del cinema italiano. L'eredità di film come Valhalla Rising (nella fotografia, bellissima , di Daniele Ciprì), o  Bravehaeart (nelle musiche , con l'omaggio a James Horner), si fa sentire senza dubbio, ma va tutta a vantaggio di un film che cambia radicalmente il modo di fare cinema finora in Italia, avendo il coraggio di far parlare gli attori in quella che non  poteva essere altro che la lingua di chi ha fondato la nostra capitale, ossia il latino arcaico, che anche senza sottotitoli avrebbe comunque espresso le emozioni e i conflitti dei personaggi del film, che si muovono in un'ambiente essenziale, fatto di una natura all'epoca rigogliosa, selvaggia come i suoi abitanti, e da essi idolatrata attraverso il fuoco che da essa nasce, e che diventa elemento di rappresentazione di quel Dio che ti chiede di fare delle scelte, che ti obbliga a percorrere  la strada che tramite l'oracolo Egli ti ha indicato. Nelle parole di Borghi stesso, la vena fondamentale del film  è quel senso di amore e appartenenza: sia per il rapporto tra fratelli, sia rispetto alla terra, al territorio, al pianeta stesso.
Una scena del film Il primo Re

E' con questa semplicità che ci descrive il valore del  suo lavoro, una professione di cui presumibilmente ha una profonda conoscenza, dato il fatto che nonostante la sua giovane età  ha già vissuto tante tappe importanti, e ha conosciuto il  mondo del cinema da più punti d'angolazione, avendo iniziato come stunt man, e a pensarci bene questo deve averlo favorito in una conoscenza così profonda del suo corpo e delle sue potenzialità, creando quello stile unico di recitazione e assecondandone il talento innato, elementi che , presi nell'insieme,  gli permettono di  rendere ogni minima inflessione nei gesti e nella dizione dei personaggi che vive e ai quali da' vita.

Arrivata a questo punto, sono ancora più convinta che anche il suo originale contributo a piattaforme quali Instagram, dove molti mettono a nudo , chi più chi meno con autenticità, la propria immagine, e dove lui  si rapporta in modo assolutamente fuori dagli schemi e con reciproco divertimento, con i suoi più di trecento followers , poteva anche non esistere  e ciò non ne avrebbe scalfito di un  millimetro la sua reputazione e il parere che mi sono fatta di lui .
Con la fidanzata, l'art director ed ex fotomodella Roberta Pitrone
 Però, alla luce dei fatti, è un altro ambito nel quale può dimostrare  la sua espressività, e sfruttare con saggezza la rete , sfidandone rischi e pericoli con la dovuta sfrontatezza, ma nello stesso tempo passando alla conquista  anche del pubblico di massa , ma con classe e stile
. Nel panorama di volti e immagini dai quali veniamo quotidianamente bombardati, almeno stavolta si potrà unire l'utile al dilettevole, e conoscere bene un divo che lascerà il segno.
 Lo so, solo il tempo mi darà ragione,  sono soltanto  riconoscente al cinema per i doni che periodicamente offre alla mia vita, nella fattispecie un attore che è un piacere per gli occhi e lo spirito in ogni sua apparizione; di questi tempi, nei quali si tenderebbe a condividere ogni singola emozione o esperienza, lasciatemi esprimere un pò d'orgoglio , anche  nazionale, che ormai tende a vacillare un po' ovunque, in questi tempi oscuri di confusione. Ci sono certezze che l'arte cinematografica puo' ancora dare..

Con amore, Honey Bunny








IMDB Page :
https://www.imdb.com/name/nm2899175/?ref_=nv_sr_2





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