lunedì 5 gennaio 2015

American Sniper (recensione)

American Sniper
Regia: Clint Eastwood
Cast: Bradley Cooper, Sienna Miller, Kyle Gallner .
Durata: 132 min.
Genere: Guerra, Azione, Biografico .

Bradley Cooper sta confermando la sua bravura in ruoli sempre fuori dagli schemi e davvero memorabili, dai film di David O. Russell , il regista che ha saputo maggiormente valorizzarlo fino ad oggi (e che fatalità era tra i papabili con Spielberg per la regia), è arrivato con questo film tra le mani del vecchio Clint e del suo innegabile talento di direttore di attori e di narratore essenziale e lucido di storie che hanno sempre un forte impatto visivo ed emotivo sullo spettatore. Il protagonista, circondato da volti non conosciuti, lasciato in piena libertà di esprimere la sua bravura senza essere oscurato da altri divi, avrebbe potuto gigioneggiare o approfittare della sua posizione per esagerare nel ritratto biografico in questione, ma è riuscito a rimanere con la giusta dose di equilibrio tra il distacco e l’immedesimazione nel ruolo. Quella che poteva sembrare la solita sviolinata americana sull’evolversi della quotidianità di un reduce di guerra o la fotografia fedele della sua storia e delle sue traumatiche esperienze, diventa con la regia di Eastwood, la lucida trasposizione degli eventi e della personalità di un uomo comune, all’origine rude e volgarotto cowboy texano, diventato per la sua irriducibile dedizione alla causa nazionale, un eroe da tutti esaltato per il record di vittime cadute sotto i suoi colpi da cecchino e in seguito al salvataggio di numerosi commilitoni dopo essersi arruolato nei Navy Seals e aver preso parte alla guerra in Iraq.
Sienna Miller e Clint Eastwood
durante le riprese del film
Il talento per l’uso delle armi e della mira, che fin da piccolo sviluppa andando a caccia col padre, che gli inculca il valore della sopravvivenza del più forte che ha l’obbligo morale di difendere i compagni più deboli, se non vuol far parte delle altre tipologie di uomo: la pecora o il predatore, lo rende un cecchino formidabile. Sarà autore di un leggendario colpo dalla distanza di 2 km che centra la sua nemesi (il cecchino nemico interpretato da Sammy Sheik), rappresenta il vertice della sua “carriera” e gli permette di tornare a casa dopo quattro missioni a cercare di riprendere faticosamente la vita dell’uomo comune, tra le braccia della moglie, interpretata da un’altrettanto brava Sienna Miller . Alcune scene, tra tutte l’incontro con il veterano invalido e la scena finale in cui scherza con la moglie, pistola alla mano, prima di uscire e andare all’incontro con un compagno reduce al poligono di tiro, sono estremamente tese, sembra che vi sia anche nelle scene di apparente calma e serenità fuori dal caos della battaglia, una violenza repressa sempre sul punto di esplodere. Cooper riesce a giostrare la resa del suo personaggio sballottato tra la responsabilità del contatto con chi lo ritiene un eroe e la rabbia e il controllo dei respiri quando è solo con la sua arma. In quel momento la precisione e la fermezza devono avere la meglio sul trovarsi di fronte un bersaglio imprevisto. Certo, il film visto nell’ideologia del reazionario Eastwood, cerca di giustificare la morale di chi colpisce bersagli che includono donne e bambini facendo pagare la morte e la violenza con la stessa carta.
Breadley Cooper
Da qui qualcuno ha alimentato la polemica, ma si può guardare al film anche come alla messa in scena di una storia umana, resa con la fotografia luminosa del fedele Tom Stern e con la potenza delle immagini e della scrittura che danno vita ad un'opera che riesce ad avvicinarci empaticamente al personaggio. Il protagonista, nell’immersione totale nella sua ideologia, è travolto dal dramma di una guerra che diventa il centro della sua vita. Con il passare del tempo, che dovrebbe purificare e sanificare le ferite, in realtà nessun valore quotidiano e moralmente accettato riesce a cancellare dalla testa di Chris Kyle l'intensità della vita al fronte. Il rapporto di assistenza e solidarietà con i veterani lo salva e nello stesso tempo lo condanna, e anche per questo motivo, anche noi fuori dagli USA, non possiamo fare a meno di farci piacere il suo finale volto umano.

Voto: 3,5/5

Pumpkin & Honey Bunny 

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