giovedì 29 agosto 2013

William Friedkin alla 70a Mostra del Cinema

William Friedkin, oggi al Palazzo del Cinema del Lido con la moglie Sherry

Nel giorno del suo 78° compleanno il regista William Friedkin viene insignito del Leone d'Oro alla carriera durante la 70a edizione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il recente restauro della sua pellicola Sorcerer (Il salario della paura) del 1977, sotto la sua stessa supervisione, ha permesso di dar luce a un'opera di straordinaria modernità. La tensione magistralmente orchestrata dalla lucidità del regista, arricchisce una descrizione sarcastica e minuziosamente dettagliata  di una situazione disperata: quattro individui accomunati dalla volontà di fuga da un losco passato devono trasportare un carico di esplosivo in due camion nel bel mezzo di una giungla sudamericana. Come espresso dal regista stesso nel ritirare il premio, il film ha il suo fulcro nell'analisi della coesistenza di Bene e Male in ogni essere umano. I quattro protagonisti (Roy Scheider, Bruno Cremer, Francisco Rabal, Amidou) si odiano pur essendo estranei l'uno all'altro fino a quell'avventura; eppure, sono costretti a convivere e collaborare per salvarsi la pelle, sfidati da una natura tanto magnifica quanto crudele . Tale coesistenza di bene e male è presente oggi più che mai nel mondo, nelle azioni degli uomini. E qui accenna neppur troppo nascostamente alla situazione attuale statunitense, con un pericolo imminente di coinvolgimento nel conflitto siriano . Nel ricevere l'ambito riconoscimento dalle mani di Alberto Barbera, ha ringraziato con fervore la Biennale per averlo posto sullo stesso piano di registi premiati nelle passate edizioni, quali Orson Welles, Akira Kurosawa, Henri Georges Clouzot, quest'ultimo proprio fonte d'ispirazione per Sorcerer, e al quale il film fu dedicato.
Sicuramente a ragione Alberto Barbera, nell'introdurlo, ha elencato tra i suoi meriti l'aver rivoluzionato il cinema degli anni '70 con la sua volontà di esprimere la sua personale visione del mondo restando del tutto autonomo e non uniformato ai suoi colleghi dell'epoca , andando dritto per la sua strada senza compromessi, e lo dimostra la travagliata lavorazione del film riproposto oggi, che eguaglia quasi l'odissea di Apocalypse Now: attori rinunciatari, budget sforato in modo esponenziale a causa di inghippi "naturalistici" (un fiume in secca quando sarebbero servite scene acquatiche), una distribuzione infausta, in un'epoca nella quale gli spettatori non cercavano più realismo, ma una fuga dalla realtà, premiando la fantascienza spielberghiana o il campione d'incassi dell'epoca, Star Wars.
Ma di recente il film ha finalmente avuto il giusto riconoscimento, dopo anni in  cui Friedkin ha saputo comunque dimostrare la forza delle sue immagini  spaziando nei generi, dall'horror epocale de L'esorcista , con la sua narrazione del "potere di Cristo" (cit.), passando per il poliziesco di Vivere e morire a L.A., il noir di Jade e il road movie del divertente e dissacrante Killer Joe, altro sipario di personaggi alla deriva magistralmente ritratti, con l'aggiunta di quel suo tocco d'autore che condisce sempre il tutto con un immancabile inseguimento mozzafiato.

Qui sotto parte della recente conferenza stampa

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