giovedì 21 febbraio 2013

Les Misérables (Recensione)



Les Misérables
UK 2012 
Regia: Tom Hooper
Cast: Hugh Jackman, Russell Crowe, Anne Hathaway, Amanda Seyfried , Helena Bonham-Carter, Sacha Baron- Cohen.
Durata: 158 min.
Genere: Drammatico, Musical 
Premi: 3 Golden Globe (Miglior film Commedia/Musical, Miglior Attore di film di Commedia/Musical a Hugh Jackman, Miglior Attrice non protagonista a Anne Hathaway ); 8 Nomination agli Oscar .

A pochi giorni di separazione dalla premiazione degli Oscar, l'aver visto Hugh Jackman fare da mattatore in questo film mi fa pensare che possa avere parecchie chance di battere il già pluri-premiato e superbo (nonché favorito) Daniel Day-Lewis. Il ruolo di protagonista in questo leggendario musical di Boublil e Schonberg ininterrottamente in scena dal 1985, gli offre l'opportunità non solo di offrire nuovamente al pubblico le sue capacità di cantante- showman, (già dimostrate nella sua presentazione della serata degli Oscar di qualche anno fa), ma di trovare il suo momento d'oro. Il personaggio di Jean Valjean, creato secoli fa dal genio di Victor Hugo, già di per se' offre una incredibile varietà di stati d'animo , in quella sua difficoltosa lotta per la redenzione, per la necessità di ripagare un debito alla vita che gli aveva concesso una seconda possibilità, un personaggio le cui debolezze accompagnate a una profonda limpidezza e onestà morale, lo rendono infine valoroso perfino davanti agli occhi del nemico storico, il colonnello Javert, interpretato con la giusta aderenza da Russell Crowe. Nel film, pochissimi sono i dialoghi, e certamente non verrà ricordato per la resa scenica o le caratteristiche tecniche, quanto per le doti di regia di Tom Hooper (Il Discorso del re), che inquadra i suoi attori in modi inusuali, con molti primi piani che aiutano il coinvolgimento dello spettatore. E' impossibile non commuoversi ascoltando I dreamed a dream interpretata da Anne Hathaway. 
Il suo ruolo di soli 15 minuti, ma così intenso e coinvolgente, a mio parere la renderà degna dell'Oscar come miglior attrice non protagonista. Ogni interprete mette l'anima in modo impeccabile a quelle musiche che già da sole arrivano al cuore , fino ad esplodere in un impeto rivoluzionario nel momento in cui il popolo intona Do you here the people sing?, pezzo forte , ormai immortale, di tutta l'opera, e dopo aver ascoltato il quale esci dal cinema con la voglia irrefrenabile di urlare al mondo la volontà di dare una mano per cambiare le cose. Ancora dopo anni quei testi infiammano lo spirito, e certo già questo rende meritevole il regista di aver trasmesso anche al pubblico cinematografico emozioni destinate originariamente al pubblico dei teatri. Si è vicini ai personaggi e alle loro miserie, alla loro tristezza e alla loro cieca speranza, e grande impatto ha avuto anche l'interpretazione della triste Empty Chairs at empty tables, dove Eddie Redmayne nei panni del giovane Marius evoca tutta il vuoto che sente dentro di lui dopo che ogni suo compagno di rivoluzione è stato ammazzato.
A malincuore dovro' rinunciare a vedere premiato il mio favorito Joachin Phoenix per The Master, visto contro chi dovrà lottare, e che ruoli, e se per Anne Hathaway prevedo grandi cose, non credo che alla resa dei conti il film porterà a casa statuette per film o regia, lì si è ardua la battaglia, e certo Argo di Ben Affleck ha più le carte in regola, un film importante e avvincente su una difficile pagina storica dell'America, e che nonostante Lincoln e il musical su grande schermo, credo avrà la meglio su tutti. Chi vivrà vedrà...

Con amore, Honeybunny

Voto: 3,5/5

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