L'anno 2012 è ancora in corso, e sono
ancora in tempo per condividere con voi le mie impressioni
dall'ultima edizione di questo Festival internazionale di cinema,
animazione e nuove tecnologie, approfittando dell'uscita del film
Lorax, che proprio in quest'occasione ho visto in anteprima
nazionale. Per quanto la Pixar continui ad incantare con le sue
ultime opere, questo Lorax è stato solo uno dei molti film
d'animazione ad ispirazione ecologista che ho potuto ammirare , per
non parlare della folta offerta di cortometraggi che è sempre un
piacere scoprire, nel bene come nel male. Tornando ai film, le ultime
scene del film giapponese Tibetan Dog, di Masayuki Kojima mi hanno
commosso fino alle lacrime. Del resto, la storia, primo film prodotto
dallo studio MadHouse in Cina, e tratto da un best seller dello
scrittore cinese Zhijun Yang, sembra scritta apposta per toccare i
cuori di ogni età: il piccolo Tenzin lascia la città di Xi'an dove
viveva, in seguito alla morte della madre, per ricongiungersi col
padre, un medico che ha da tempo deciso di trasferirsi nelle praterie
tibetane. L'occasione gli permette di assistere anche alla lotta per
la supremazia fra i cani tibetani, a salvarne dalla morte uno più
particolare degli altri, dal folto manto dorato , e che da quel
momento instaurerà con lui un rapporto speciale.
Dal loro legame
l'autore trae lo spunto per lanciare anche un messaggio nobilissimo
di coraggio e lealtà, di sentimenti autentici e di forza
nell'affrontare le prove della vita e i disagi di ambienti ostili. Un
'altra opera che purtroppo sono quasi certa non troverà spazio che
nell'home video o in qualche circuito d'essai, a discapito di tanti
bambini che invece ne trarrebbero il beneficio e l'emozione di
un'esperienza cinematografica, è stato il film danese Den
kaempestore bjorn (il grande orso), storia che si svolge in questo
caso in un mondo immaginifico, e narra dell'undicenne Jonathan e sua
sorella Sophie, che viene rapita da un orso enorme mentre i due
fratellini sono in vacanza nel bungalow del nonno in una fitta
foresta, abitata dalle rane della pioggia, da uccelli ladri , e
appunto, dall'orso più grande del mondo, che ha la capacità di
nascondersi in modo camaleontico tra gli elementi della foresta che lo
ospita. L'ambiente è reso nei dettagli sfruttando al meglio le più
moderne tecnologie in fatto di animazione computerizzata, ma ciò che
più incanta in opere come questa, è la capacità di non dimenticare
il messaggio ecologista utilizzando tali tecnologie per trasmetterlo
in modo efficace, unendo così la passione per il nuovo con la
classicità di temi quali l'amore fraterno, la violenza dell'uomo sul
suo ambiente e le creature che lo abitano, violenza rappresentata qui dal personaggio
del cacciatore che accompagna Jonathan nel suo viaggio di ricerca,
viaggio allo stesso tempo oscuro , silenzioso, divertente,
misterioso.
The Lorax rappresenta nel festival l'evento 3D, e racconta una storia che divertendo vorrebbe insegnare allo spettatore a non perdere di vista
l'ambiente che lo circonda e a scoprire ciò che esisteva sotto il
cemento e le comodità nelle quali è oggi abituato, che spesso
nascondono brutture nate dall'avidità di pochi individui che prima o
poi, come vuole ogni storia a lieto fine disneyana, saranno puniti in
modo esemplare; certo il finale, col buffo magnate che molto
ricorda il nostro ex-premier, e non solo per la statura, ha in quel
suo linciaggio da parte della cittadinanza, alcuni momenti di
autentica tensione, ma il film in sé non può definirsi la miglior
opera Pixar vista finora..anche se l'argomento dell'acqua bene
pubblico è senz'altro attuale, se si pensa che il cattivo del film si è
arricchito fornendo alla popolazione ossigeno in bottiglia, la
cosa fa sorridere , ma in fin dei conti il fatto che per confermare
il suo potere abbatta alberi e voglia impossessarsi dell'ultimo seme
di Truffala esistente, offre la scusa al buffo Lorax di uscire allo
scoperto e aiutare il ragazzo protagonista nella sua lotta per
difendere l'ambiente.
Segnalo infine, tra i cortometraggi,
The last Norwegian Troll, del norvegese Pjotr Sapegin, con voce
narrante di Max Von Sydow, e Aalterate, prodotto francese con la
regia di Christobal de Oliveira , nel quale vediamo l'inchiostro dar vita tramite l'animazione del suo tratto alle alterazioni di corpi e figure in un foglio bianco,
con esiti davvero ipnotici ed estremamente originali, o ancora il divertente Vicenta dello spagnolo Sam Orti, o infine 366
Tage, opera tedesca di Johannes Friedrich Schiehsl che narra con una
fotografia notturna e disegni tridimensionali l'epopea quotidiana
dell'autista di un mezzo d'emergenza, con esiti inaspettatamente
delicati e commoventi, seppur narrati coi toni dell' eccentricità e
della caricatura.
Un'edizione comunque proiettata al
futuro questa dell'apocalittico anno 2012, come ha dimostrato
l'evento speciale Big Clang Bang, un concerto-video-performance che
ha coinvolto il musicista Bill Laswell e il montatore Cristiano
Travaglioli nel ricostruire una sinfonia in immagini in quattro
movimenti che ripercorre la storia del cinema delle catastrofi, da
L'ultimo uomo della terra fino a Deep Impact e Armageddon; o il
focus sul progetto ERC Starting Grant, sullo sviluppo di materiali
ibridi per la conversione dell'energia solare, e che potrà avere
risvolti pratici per un cinema del futuro che sia a chilometro zero,
con produzioni audiovisive a basse emissioni, meno spostamenti
costosi di troupe e materiali, con palchi musicali alimentati dalla
forza di centinaia di biciclette, o altre applicazioni della scienza
in campi diversi, dalle App al design, e appunto al cinema e alla
musica. Attraverso tutto questo il FFF ha dato il suo punto di vista
sulle possibili vie d'uscita dalla catastrofe ambientale e un futuro
green e più sostenibile, al cinema come nella realtà.
Con amore, Honey Bunny
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