giovedì 30 novembre 2023

The Old Oak - Recensione

 




The Old Oak 

Uk, Francia, Belgio, 2023

Regia : Ken Loach

Interpreti: Dave Turner, Ebla Mari, Claire Rodgerson, Trevor Fox, Chris McGlade

Durata: 1:53

Genere : Drammatico



La contea di Durham, Inghilterra del Nord, è il palcoscenico dal quale ci viene presentato lo spettacolo delle nostre umane debolezze, delle convinzioni e i preconcetti che sfociano nella rabbia che in molti esplode alla sola vista dello straniero. Nelle mani della macchina da presa di  Ken Loach e della penna del  fedele sceneggiatore Paul Laverty , il vivere quotidiano di una comunità, che è laggiù oltremanica ma potrebbe essere qui vicino a noi  , è narrato con semplicità e lucidità esemplari, con l’onestà che nasce dall'autentico rispetto per ogni essere umano, da quello (spesso solo a prima vista) crudele, aggressivo e repulsivo, a quello più pacifico, introverso o bistrattato , come se noi spettatori venissimo accompagnati con discrezione e a piedi scalzi all’interno delle loro case, riprese quasi sempre in cucina , dove un pasto condiviso diventa il simbolo dell’autentica accettazione reciproca.



 La giovane Yara (Ebla Mari) incantata dalle fotografie d’epoca del protagonista, che raccontano di familiari o di vicini di casa uniti non solo da esperienze sindacali, ma da tavole spesso condivise, nello stesso identico modo conserva nel cuore il ricordo della sua famiglia e i suoi vicini nella Siria devastata da una guerra che nessuno nemmeno ha il coraggio di nominare . Con quei volti di gente comune dai quali al suo solito il regista riesce a far emergere interpretazioni superlative e un personaggio bellissimo che si lascia scoprire a poco a poco, il T.J. Ballantyne proprietario del pub Old Oak che dà titolo al film, interpretato da Dave Turner, il cui nome magari sarà sconosciuto a noi pubblico, ma che diventa cosi' il fondamento per farci immedesimare nella vicenda, e senza scampo. 



Presentato nella Selezione Ufficiale dell'ultimo Festival di Cannes, rappresenta l'ennesima  denuncia accorata di un grande artista che ha da poco dichiarato che sarà il suo ultimo film. Se così fosse davvero, dovremmo accettarlo e considerarlo il lascito prezioso di un’eredità , della dimostrazione di quanto spesso le cose siano davanti ai nostri occhi e non abbiamo il coraggio di guardarle o chiamarle col loro nome. Quello stesso coraggio che (citando ancora la ragazza perno della storia ) "occorre  per non perdere la speranza". I fatti ci vengono presentati senza lesinare nello sconvolgimento emotivo (su tutte,  la scena del primo incontro di Yara con la mamma dell’amica che riaccompagna a casa , o quella dell’assalto al  cane di T.J), ma intervallati da sipari di una comicità irresistibile , quando sono in scena gli avventori del pub, e che riescono a suscitare risate spontanee in sala, con  una punta di sadismo , perché credo voglia dirci che è  inutile nasconderci , quelli siamo noi, o le persone che siamo soliti frequentare, o anche il nuovo vicino oggi impossessatosi dei nostri luoghi , che calpesta il nostro stesso suolo, e che alla fine non è poi cosi diverso, e i ruoli possono da un giorno all’altro invertirsi, magari mescolando le richieste di aiuto gli uni con gli altri, e magari è proprio quello il segreto. E la scena finale a suggellarlo, non poteva che essere così, ispirata dal semplice ottimismo di chi in fondo rimane un sognatore…


Con amore, 

Honeybunny




IMDb Page 

Nessun commento:

Posta un commento