Non ho potuto assistere al dibattito col pubblico che ha concluso l'incontro, poiché altre proiezioni mi attendevano, ma mi è rimasta la curiosità di scoprire se questa iniziativa avrà un seguito, l'ho trovata un'idea originale nel panorama del cinema di oggi, in un'epoca in cui la condivisione delle esperienze è diventata facile e irresistibile, tramite i social network e la tecnologia in continua evoluzione, e ormai c'è una morbosa curiosità per molti aspetti "nascosti " del successo, ma ciò può senz'altro avere risvolti positivi se permette uno scambio di opinioni e ricordi tra il pubblico e i personaggi che ama e segue, un confronto costruttivo tra generazioni o all'interno di una stessa generazione d'attori e di pubblico.
L'esperienza festivaliera è stata come sempre entusiasmante, tra visioni esaltanti come Philomena, che ho già citato tra le pagine del blog qualche giorno fa, e altre che definire shockanti è poco, come l'opera del vincitore del Premio Speciale della Giuria, quel Tsui Ming-Liang che con scene interminabili e assenza quasi totale di dialoghi, in ambienti di piatto realismo quotidiano, vorrebbe protestare contro il cinema popolare di Spielberg e co. , buttandoci in faccia gente ripresa in tempo reale mentre evacua, mangia o dorme , o osserva un murales per 30 minuti , non facendo altro che farci venire una voglia irrefrenabile di una full- immersion di fantascienza e splatter, e di alienazione più totale dalla realtà . Ha dichiarato che sarà la sua ultima opera prima del ritiro, e mi piace pensare che sia stato questo il motivo di tanta generosità da parte della giuria, presa da un impeto di compassione. Oppure devo studiare ancora molto di storia del Cinema, chissà.. Certo, tutto il festival è stato all'insegna del realismo nei suoi risvolti più problematici : dalla gerontofilia del film omonimo di Bruce LaBruce, ai funerali e le celle mortuarie di Still Life, esordio in regia del produttore Uberto Pasolini, al biopic Tracks su una viaggiatrice australiana nel deserto, ai litigi tra
automobilisti di Via Castellana Bandiera, passando dall'isolamento selvaggio del serial killer di Child of God di James Franco, alle vicissitudini di una moglie e una figlioletta vittime del marito- padre poliziotto dall'emotività gelida , nel Leone d'argento Die Frau Des Polizisten, diviso in interminabili 59 capitoli, ahimè , o ancora l'epopea di attivisti ambientalisti in Night Moves di Kelly Reichardt e le evirazioni dell'ultimo sconvolgente Kim Ki-Duk di Moebius. Ma c'è stato spazio anche per Lech Walesa con consorte che ha affiancato il grande regista Andrzej Wajda , insignito del Premio Persol, e presente in sala a presentare la sua biografia del leader di Solidarnosc dai capelli ormai imbiancati , o ancora, una storia d'amore d'altri tempi, nell'Ottocento della rivoluzione industriale, narrato da Patrice Leconte in A Promise con l'ausilio di un cast di stelle inglesi, Alan Rickman marito tradito da Rebecca Hall col giovane romantico Richard Madden, uscito fresco fresco dalla splendida epopea fantasy di Game of Thrones. Molti di questi fuori concorso, come il bellissimo Gravity di Alfonso Cuaron, che ha aperto la Mostra, con una superlativa Sandra Bullock a reggere da sola per quasi tutto il film nei panni di una volenterosa astronauta alla sua prima esperienza nello spazio, o l'ultimo, divertente e folle inno alla
passione per il cinema firmato da Sion Sono.
automobilisti di Via Castellana Bandiera, passando dall'isolamento selvaggio del serial killer di Child of God di James Franco, alle vicissitudini di una moglie e una figlioletta vittime del marito- padre poliziotto dall'emotività gelida , nel Leone d'argento Die Frau Des Polizisten, diviso in interminabili 59 capitoli, ahimè , o ancora l'epopea di attivisti ambientalisti in Night Moves di Kelly Reichardt e le evirazioni dell'ultimo sconvolgente Kim Ki-Duk di Moebius. Ma c'è stato spazio anche per Lech Walesa con consorte che ha affiancato il grande regista Andrzej Wajda , insignito del Premio Persol, e presente in sala a presentare la sua biografia del leader di Solidarnosc dai capelli ormai imbiancati , o ancora, una storia d'amore d'altri tempi, nell'Ottocento della rivoluzione industriale, narrato da Patrice Leconte in A Promise con l'ausilio di un cast di stelle inglesi, Alan Rickman marito tradito da Rebecca Hall col giovane romantico Richard Madden, uscito fresco fresco dalla splendida epopea fantasy di Game of Thrones. Molti di questi fuori concorso, come il bellissimo Gravity di Alfonso Cuaron, che ha aperto la Mostra, con una superlativa Sandra Bullock a reggere da sola per quasi tutto il film nei panni di una volenterosa astronauta alla sua prima esperienza nello spazio, o l'ultimo, divertente e folle inno alla
passione per il cinema firmato da Sion Sono.
E ho già parlato di William Friedkin e il suo Salario della paura , ma mi fa ancora piacere ricordare la sua passerella, a braccetto con una moglie che è un'istituzione : la produttrice Sherry Lansing , vicina a lui oggi come nel doloroso passato che l'ha visto vincere una malattia e tornare al cinema più grintoso di prima, come ha dimostrato in questa stessa sede veneziana l'anno scorso col bellissimo Killer Joe...
E se di realismo deve trattarsi, come concludere il tutto se non premiando col Leone d'Oro un documentario sul grande raccordo anulare?
Con amore,
Honey Bunny
Nessun commento:
Posta un commento