sabato 14 gennaio 2012

J. EDGAR (Recensione)


J. EDGAR
Usa 2011
Regia: Clint Eastwood
Cast: Leonardo Di Caprio, Naomi Watts, Josh Lucas, Judi Dench, Dermot Mulroney
Durata: 137 min.
Genere: Biografico

Un altro memorabile ruolo per Leonardo DiCaprio, dopo Inception. In realtà a mio parere è dall'epoca di Buon compleanno Mr Grape che il suo talento recitativo è uscito allo scoperto, e all'epoca era solo un bambino alle prime esperienze cinematografiche, ma con già un bel bagaglio di emozioni da trasmettere al pubblico. In quest'ultima opera di Clint Eastwood viene aiutato pure da un personaggio che rappresenta uno dei cardini della storia americana, e nella cui vita privata si poteva scavare tanto quanto le indagini da lui condotte in una lunga carriera all'FBI hanno scavato nel privato di pubblici o privati cittadini. Del resto, come a un certo punto del film viene affermato, “l'informazione è potere” e frase non poteva essere più azzeccata. Le cose stanno così ancora oggi: si manipolano , si esagerano le notizie o si distorce la realtà o parte di essa, in nome di una legalità e di una presunta superiorità morale ritenute necessarie alla sopravvivenza di un intero paese. Il personaggio di J. Edgar Hoover, fondatore e direttore dell'FBI dal 1924 al 1972, rappresentò le due facce del sogno americano, ponendosi al centro di una rete di poteri che, seppur con le migliori intenzioni, controllavano la vita pubblica dell'America in quegli anni, e fu temuto e discusso, e nonostante ciò resistente sulla sua poltrona fino alla morte . Nelle intenzioni del regista non vi era un classico Biopic, ma un'esplorazione delle relazioni umane. Ciò può forse giustificare qualche buco nella sceneggiatura, che a volte (vedi l'episodio su Martin Luther King) , sono risolti in modo un po' forzato, ma il protagonista aveva certo le mani in pasta in così tante vicende che due ore di film non avrebbereo certo reso giustizia. Se però si parla di relazioni umane, la vita privata di J. Edgar viene narrata in modo avvincente, non solo grazie a un equipe tecnica di gran livello (costumi e scene) , ma anche ad un cast di comprimari eccellenti, dal presunto amore omosessuale , il braccio destro Clyde Tolson, (interpretato da un ingessato e perfettamente in parte Armie Hammer), alla discreta segretaria storica Mrs Gandy ( bravissima e volutamente sottotono Naomi Watts; grande nella scena in biblioteca dove all'offerta di lavoro viene dato lo stesso significato di una proposta di matrimonio, ed è in questa prima mezz'ora che la sontuosità del film viene maggiormente alla luce, con eccezionali riprese dall'alto in angolature stilisticamente personali e non ovvie), e non ultima la madre , presenza costante e necessaria al protagonista, una grande Judi Dench
La presunta passione di J. Edgar per il travestitismo è , contrariamente ad alcune aspettative, solo accennata, con la scusa dell'indossare l'abito della madre appena defunta, e lasciando insinuare appena il dubbio, trattandosi di un contesto di dolore e mancanza dell'unico vero legame che Hoover abbia mai avuto nella sua vita, una vita di assoluta dedizione alla causa , in modo ossessivo e psicopatologico, che non lasciava spazio ad altri rapporti umani e di amicizia, bensì portava alla repressione forzata di qualsiasi sprazzo d'umanità. Un film solido, e come nelle altre opere di Eastwood regista, anche qui l'emozione si equilibra alla perfezione con il realismo delle scene e la limpidezza delle immagini.
Nelle mie istintive previsioni, un probabile Oscar almeno per il protagonista, che non solo il pesante trucco trasforma fisicamente , ma che deve senz'altro ad un grosso lavoro interiore quell'insieme di gesti e mosse all'apparenza impercettibili che fanno rivivere nei dettagli un personaggio realmente esistito.
Con amore,
Honey Bunny  
Voto : 4/5

Nessun commento:

Posta un commento